Gli Artisti

Giuseppe JAPPELLI (1783-1852)


Allievo di Giannantonio Selva, già autore del Teatro “la Fenice “ di Venezia (1792), Giuseppe e Jappelli opera soprattutto nel Veneto ed è annoverato fra i massimi esponenti neoclassici, particolarmente noto come progettista di giardini romantici.


Frequenta l’Accademia Clementina di Bologna e diventa ingegnere, architetto e paesaggista. A Venezia diventerà anche agrimensore ed entra nella locale loggia massonica condividendone gli ideali. Si stabilisce a Padova dove riceve incarichi pubblici per sistemare la viabilità fluviale e urbanistica. Suo il Macello, ora Scuola d'Arte Pietro Selvatico, a Padova (1816-1824), Il Parco di Saonara (1816), il caffè Pedrocchi di Padova (1813-1831), i padiglioni del giardino di Villa Torlonia a Roma (1838-1840), Villa S. Elena ad Abano.


Jappelli progetta e costruisce villa Gera negli anni 1823-27 e la definirà in seguito il “palazzo” di Conegliano, considerandola una delle sue opere più significative.

Giovanni DEMIN (1786 – 1859)


Affrescatore bellunese molto attivo. Grande amico di Ayez e di Giambattista Canal (affrescatori delle Procuratie nuove di Venezia). Lo troviamo in Vaticano, a Venezia (1817-19), a Padova (caffè Pedrocchi) e Vicenza (1819-31), a Milano (1831-35), a Belluno e Conegliano(1836-45): Pal. de’Manzoni ai Patt di Sedico, villa Gera, Sala del Consiglio Municipale di Belluno. Tra Veneto est e Friuli (1840-59): Vittorio Veneto, Belluno, Agordo, Candide, Dosoledo, Pove del Grappa, Mirano, Feltre, Mel, Crespano del Grappa, Este, Auronzo, Cison di Valmarino, Tarzo, Moriago, Codroipo.

Marco Casagrande (1808-1880)


Nato Campea di Miane (TV), scoperto dal nobile Gera che lo mantiene all’Accademia belle arti di Venezia ove vince molti premi e si diploma nel 1826. Grande ammiratore del Canova, nel 1826-27 scolpisce il timpano di villa Gera. Altre opere si trovano a Ferrara (palazzo Camerini), a Treviso (palazzo Bortolan). Fa conoscenza con il Patriarca di Venezia Ladislao Pirker che successivamente lo chiamerà in Ungheria per affidargli la decorazione scultorea della basilica di Eger e poi di Esztergom. Lavora anche a Budapest su committenza privata. Rientra in Italia dopo la morte di Pirker (1848) e si stabilisce a Cison di Valmarino ove successivamente lascerà pregevoli statue. Intanto a Conegliano gli viene affidata la realizzazione dell’altare di S. Tiziano nel Duomo. Molte sue opere si trovano in tutta la Marca Trevigiana e nel bellunese.